Da Capo d’Orlando a Capo Passero in biciletta (PARTE 2)
Lunedi, 27 aprile h 7: 30 Capo D’Orlando
Mi sono alzato alle 5:30 per fare rifornimento di benzina … un enorme piatto di pasta al forno della giornata scaldato in un forno a microonde. Dopo allungando io con la mia vecchia Legnano blu che mi accompagna da quando avevo 16 anni giungo sul lungomare. Il Mar Tirreno è calmo ed oleoso, il cielo biancastro e le Isole Eolie, la cui posizione conosco dalla più tenera età si intravono a malapena, come fantasmi. Non si muove una foglia. La zona è calda e umido. Questo significa una cosa: Scirocco.
Il forte vento viene dal Sud Est della Siria, avrei preferito andare con un bel Maestrale tempesta, ma ehi, non è possibile scegliere..!!
Giro intorno al faro di Capo D’Orlando e lungo la costa rocciosa che conduce al villaggio di San Gregorio. Sono stato subito assalito dal profumo della macchia mediterranea, e poi vado attraverso un corridoio freddo che mi ricorda che un flusso misterioso si snoda a pochi metri tra papiri e menta selvatica. Un piccolo percorso pedonale attraverso di essa e si torna subito 100 anni di vita fa.!
Infine lascio il mare dietro di me (che non vedrò più per i 250 miei chilometri di distanza) ed entro nella valle di verde di Naso.
12 km di profondità nella valle in leggera pendenza. La città medievale di Naso sorge in cima alla mia destra, le colline sono ricoperte di querce da sughero e ulivi, quello inferiori di limone, arancio e macchia mediterranea onnipresenti.!
Dopo la strada si sale verso sale Sinagra con pendenze superiori fino al 10% ed Ucria, a 750 metri sul livello del mare.
Agrumi scompaiono, la temperatura arriva verso il basso e il vecchio nocciolo colora le ripide montagne terrazzate di verde
giovane e fresco.
Le nocciole sono stati a lungo il colore dorato della terra, alimentano l’industria dolciaria e sono alla base di molti leader locali ma purtroppo complice spesso il maltempo, rimangono sui rami o terra, e vengono raccolte da cinghiali..!!
Si va su, sempre più su. Un enorme uccello proietta la sua ombra sull’asfalto. Si tratta di un tesoro “il grifone” riapparso in montagna negli ultimi anni. Le sue ali aperte sono quasi 3 metri! Soffro un po ‘di questa lunga salita 35 km, ma non credo che si aspetta che io mi schiaccia a terra …!!
La salita a 1300 metri verso Floresta è più lento e tranquilla dopo Ucria. Si raggiunge un piano a 1000 metri dove trovaimo pascoli di bestiame, cavalli e lama nelle Ande …. Mi fermo qui per un momento per dare un ultimo sguardo a Nord.
Entrambi i picchi simmetrici e perfetti dell’isola di Salina sono chiaramente visibili e sembrano galleggiare nell’aria, ma è niente in confronto allo spettacolo che si può avere qui quando il cielo è azzurro e la visibilità quasi illimitata.
Da qui vediamo le sette Isole Eolie mitiche in piena forza e lo sguardo vola da una all’altra con estrema facilità come un’ape su un fiore di campo.!
Infine la strada cambia di inclinazione ed un mostro enorme appare e diviene ben presto il centro del paesaggio.!
L’ Etna, 3350 metri, a 120 km di perimetro, il più grande vulcano d’Europa.!
La neve copre ancora il suo dipinto fino a 1700-1800 metri, sono attivi fontane di lava in questo momento sulla cresta sud-est.;
lascio Floresta, un villaggio famoso per il suo pane, formaggi (provola, ricotta fresca, sale e bicarbonato) e scendo giù verso Santa Domenica Vittoria e Randazzo, la città nera, costruita in pietra vulcanica.!
Continua la prossima settimana……….
Di Francesco Paparoni